15/10/2011 - Crollo sul Latemar
Ancora un crollo di rocce sulle Dolomiti
Ogni anno aumentano i crolli sulle pareti rocciose delle Dolomiti, in cui lo sgretolamento delle fragili guglie e pareti rocciose è favorito dagli agenti atmosferici. Dopo il crollo sulla parete nord del Monte Pelmo un nuovo crollo si è verificato lo scorso 2 ottobre nel gruppo del Latemar. La frana di rocce ha investito e gravemente danneggiato il sentiero che porta al rifugio Torre di Pisa, sopra la seggiovia Absam-Mayerl, tra Oberggen e Pampeago. I distacchi rocciosi e i crolli sono un fenomeno naturale e frequente sulle Dolomiti, data anche la natura spesso friabile delle rocce, favoriti alle alte quote soprattutto dallo scioglimento dei ghiacci dovuto alle alte temperature. Il permafrost sta subendo una fusione al di sopra dei 2500 metri, soprattutto nei periodi di temperature particolarmente elevate anche alle alte quote. Si sta sciogliendo il ghiaccio che riempie i crepacci rocciosi e che costituisce una sorta di cemento che ad alte quote era perennemente sotto zero e faceva da collante per la struttura fragile della roccia dolomitica; infatti i maggiori crolli si registrano tra agosto e settembre (
Volkmar Mair, direttore dell’ufficio geologico della Provincia). Il paesaggio montano è del resto per sua natura in continuo mutamento, sebbene ultimamente sembra subire un maggiore effetto dell´aumento delle temperature, che comporta non solo un aumento della velocità di scioglimento dei ghiacciai (il ghiacciaio della Marmolada ne è un esempio lampante, in fortissimo ritiro da anni) ma anche una maggiore instabilità delle pareti rocciose su tutto l´arco alpino.
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